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L’Unione Europea sta cercando un modo per far progredire l’intelligenza artificiale in ogni ambito, nel frattempo delinea nuove regole giuridiche e sistemi di certificazione per garantire la qualità dell’intelligenza artificiale.
Il 19 febbraio con l’approvazione di una serie di documenti la Commissione europea cerca di rafforzare i propri punti di forza: i settori produttivi tipici e forti e i diritti fondamentali.
Una parte significativa riguarda il “nuovo ordinamento comunitario” le nuove regole che gli operatori dovranno rispettare se le nuove tecnologie saranno ad “alto rischio” per i valori dell’UE.
Il 28 febbraio 2020 a Roma viene firmata la “Call for Al Ethics”, la Carta firmata dall’accademia per la vita, i vertici di Microsoft, di IBM, con la partecipazione del parlamento europeo e della FAO.
Nella Carta sono indicati i sei principi che gli algoritmi devono rispettare: Imparzialità, Affidabilità, Sicurezza, Privacy.
Negli ultimi tre anni, i finanziamenti dell’UE per la ricerca e l’innovazione per l’IA sono aumentati a 1,5 miliardi di euro, quindi un aumento del 70% rispetto al periodo precedente. Però gli investimenti in ricerca e innovazione in Europa rappresentano ancora una “frazione” degli investimenti pubblici e privati in altre regioni del mondo. Nel 2016 in Europea sono stati investiti circa 3,2 miliardi di euro in AI, rispetto a circa 12,1 miliardi in Nord America e 6,5 miliardi in Asia.
Il progetto coordinato sull’IA ( COM(2018) 795) elaborato con gli Stati membri si sta dimostrando un buon punto di partenza per costruire una più stretta cooperazione sull’IA in Europa e creare sinergie per massimizzare gli investimenti nella catena del valore dell’IA. Ma ora sul piatto, la Commissione ha messo 20 miliardi di euro/anno che andranno a foraggiare il Digital Europe Programme, Horizon Europe e i fondi strutturali.
Se la riforma dell’ordinamento è elemento centrale della costruzione dell’ecosistema di “fiducia”, altre azioni riguardano la costruzione dell’ecosistema di eccellenza di AI, proposte dalla Commissione Ue. Tra queste: la creazione di un Innovation hub in ogni paese, la valorizzazione del network tra i centri di eccellenza diricerca e sviluppo a livello Ue nei settori “forti” della economia del vecchio continente (industria, salute, trasporti, energia, agrifood, silvicoltura, osservazione spazio); il rafforzamento indispensabile delle skills, tramite l’aggiornamento del Digital education Action Plan e la predisposizione di linee guida etiche da comprovare nei curricula degli sviluppatori; il trasferimento delle conoscenze digitali (uso dei dati,, tecniche basate su AI learning e predictive analytics) alle pmi; l’accesso per pmi e start-up ai finanziamenti per adattare i loro processi o innovare utilizzando l’IA. Basandosi sul prossimo fondo di investimento pilota di € 100 milioni in AI e blockchain, la Commissione prevede di ampliare ulteriormente i finanziamenti in AI nell’ambito di InvestEU.
D. MEINI