EUMAN ECE NEWS - 2016, 3
Anno 2017, n.3 EUMan ECE Newsletter Dicembre 2016
Contiene: I - Editoriale commentato; II - Le nostre iniziative; III - Per approfondire
Dicembre 2016: tempo di bilanci e previsioni secondo un’abitudine consolidata in tutti i mezzi di informazione, ma i temi possibili per il nostro editoriale sarebbero numerosi già solo guardando alla cronaca degli ultimi giorni del mese. Ai mercatini di Natale di Berlino e poi nell’immediata periferia di Milano si è consumata l’ennesima vicenda che induce a collegare terrorismo, integrazione europea e flussi migratori: i dibattiti politici nazionali e i mass media fanno prevalere la versione semplicistica e denigratoria di tale collegamento, come se l’atto terroristico fosse stato propiziato dalla libertà di circolazione e non dall’assenza di una politica unica di sicurezza interna, dal rispetto dei diritti umani nei confronti dei disperati migranti che cercano di raggiungere l’Europa e non dalle ragioni che li spingono a fuggire dai loro paesi, da puro e immotivato odio ideologico e non dall’humus storico-sociale che rende possibile la diffusione di questo odio e di cui l’Europa porta non poche responsabilità… D’altronde non sono questi i temi che promettono di dominare le fondamentali campagne elettorali che nel 2017 cambieranno in ogni caso profondamente la faccia politica dell’Europa? La Francia tra fine aprile e inizio maggio, la Germania a settembre, oltre ad essere i paesi più grandi della UE e dell’Eurozona sono i due paesi maggiormente segnati dalla questione migratoria e dai connessi problemi di sicurezza.
Un’altra questione invece tenderà a dividere le due rispettive campagne elettoriali: la crisi economica, quella i cui effetti catastrofici sono stati sopiti dall’intervento della BCE di Mario Draghi nella speranza che nel frattempo la classe politica europea affrontasse le contraddizioni istituzionali alla base del suo ostinato perdurare… Sono passati ormai quasi dieci anni da quando si sono manifestate le prime avvisaglie del “prologo” americano e finanziario alla crisi che è ormai esclusivamente e nostranamente europea - anzi, dell’Europa “del Sud”. La Francia ne fa pienamente parte, e i temi economici legati alla crisi peseranno di certo in una campagna che vede in presunta ascesa il neo-nazionalismo del Front National. La Germania invece, come è noto, si trova in una situazione di vantaggio che rende difficile ai cittadini tedeschi il compito di immedesimarsi nel punto di vista dei compatrioti europei in affanno - ancor più difficile per la loro classe politica assumere posizioni che lo consentano. Non paga elettoralmente.
Che dire in tutto questo dell’Italia, priva di un governo che possa farsi forte di una piena legittimazione politica e ora confrontata a una rischiosa degenerazione della credibilità del proprio sistema bancario? Eppure proprio Roma celebrerà il sessantesimo anniversario dalla firma dei Trattati che diedero vita al mercato comune il prossimo 25 marzo: un’occasione in cui i capi di Stato e di governo di tutti gli stati membri della UE si riuniranno per pronunciarsi anche sul futuro di un’unione sempre più necessaria sotto ogni punto di vista ma sempre più messa in questione senza alternative costruttive allo stadio attuale. Una unione che avrebbe bisogno dello spirito con cui Hans Tietmayer, deceduto proprio in questi giorni (fu tra i padri dell’Euro e uno dei principali attori della politica economica e monetaria della Germania tra anni ’70 e ’90), impose nella prima riunione del Consiglio direttivo della BCE (1998) di cambiare la distribuzione dei posti a sedere dalla logica dell’ordine alfabetico per le iniziali dei paesi di appartenenza a quella dell’ordine alfabetico per le iniziali dei cognomi dei membri del Consiglio: il loro compito, infatti, è di agire nell’ottica e nell’interesse europeo, non di rappresentare interessi nazionali.
E in fondo sono differenze procedurali come questa (piccole come l’ordine dei posti a sedere in una istituzione o grandi come le regole di voto e gli iter decisionali sanciti dai Trattati) a celare il senso e le potenzialità rivoluzionarie dell’unità europea. Ce lo spiega bene un articolo uscito proprio il 28 dicembre sul Sole 24 Ore a firma di Sergio Fabbrini, docente della LUISS Guido Carli di Roma: ne consigliamo vivamente la lettura per avere un’idea sintetica delle vicissitudini che abbiamo attraversato nel 2016 e di quelle che ci attendono nel 2017…
Vi ricordiamo che RAI Cultura è partner di EUMAN e all’indirizzo www.raiscuola.rai.it/euman/ e tramite i profili social network dà notizia delle nostre iniziative.
A dicembre 2016 si sono svolte:
Lunedì 12 dicembre 2016, “L’Unione Europea questa sconosciuta”, prima conferenza di approfondimento presso il Liceo Candiani (Busto Arsizio, VA) nell’ambito del percorso formativo “Giornata di Consapevolezza Europea partecipativa” (slides della conferenza disponibili qui).
Lunedì 12 dicembre 2016, nel pomeriggio si sono svolti i primi incontri specifici dei formatori di CesUE, nell’ambito del medesimo percorso formativo, con gli studenti selezionati per il gruppo “canto” e per il gruppo “recitazione”.
Venerdì 16 dicembre 2016,conferenza per il lancio del concorso “It’s EUMAN!” nelle Marche presso il Liceo scientifico e musicale G. Marconi a cura di Federica Martiny.
Sabato 17 dicembre 2016, conferenza per il lancio del concorso “It’s EUMAN!” in Abruzzo presso lo Europe Direct di Pescara a cura di Federica Martiny.
Martedì 20 dicembre 2016,conferenza per il lancio del concorso “It’s EUMAN!” in Toscana presso il Liceo artistico GB Alberti a cura di Roberto Castaldi.
Venerdì 23 dicembre, secondo incontro del gruppo “canto”
A gennaio 2016 sono in programma le conferenze di lancio di It’s EUMAN! in: Sardegna (Cagliari, Mediateca del Mediterraneo), Lazio (Roma, Liceo E. Rossi), Sicilia (Catania), Puglia (Bari), Molise (Campobasso, Europe Direct).
III - Per approfondire: focus sul sito del Parlamento Europeo
Il Parlamento europeo offre tramite il suo sito web (http://www.europarl.europa.eu/) un ottimo servizio di informazione sul proprio funzionamento e le proprie attività. Su istituzioni e politiche della Unione Europea, incluse diverse aree specifiche di intervento (politiche settoriali), esistono “note sintetiche” (disponibili in 23 lingue e aggiornate regolarmente durante l’anno) che fanno la storia e il punto d’attualità sulle azioni UE rendendo anche esplicita la particolare posizione del Parlamento rispetto ad esse.
Per capire ad esempio quali acquisizioni e quali limiti caratterizzano la gestione delle frontiene esterne all’area Schengen leggete la nota:
- sulla Gestione delle frontiene esterne (a c. Kristiina Milt), che fa il punto sui Sistemi di informazione condivisa (ancora troppo scarsamente utilizzati e sviluppati) e su FRONTEX;
- sulla Politica di asilo (Sarah Sy), che va nel dettaglio dei pacchetti di proposta legislativa della Commissione nel 2016 (si tratta di uno degli obiettivi della priorità “Migration”),
- sulla Politica d’immigrazione (Céline Chateau e Rosa Raffaelli), che fa il punto sulle competenze dell’UE in materia ed evidenzia come le “questioni emergenziali” esulino ancora dai poteri del Parlamento europeo (sono gestite dagli organi rappresentativi degli Stati nazionali).
Ma le politiche settoriali attuate nella prospettiva interna alla UE non bastano a comprendere il complesso fenomeno delle migrazioni verso la UE, ed è interessante notare che resta a carico del cittadino ricostruire i vari pezzi del puzzle. Allo scopo, si consiglia la lettura di altre note sintetiche:
- sui Regimi commerciali applicabili ai paesi in via di sviluppo (Florence Bouyala Imbert), che sono anche una leva importantissima di politica estera e di aiuto allo sviluppo;
- sulla vera e propria Politica di sviluppo (Valerie Ramet) e quelle sugli Aiuti umanitari (Marika Lerch) e sui Diritti umani (Anete Bandone), in cui la UE svolge un ruolo di avanguardia a livello globale pur soffrendo della mancanza di un vero approccio esecutivo integrato con le questioni di politica estera e di sicurezza.
Vanno infine tenute in massima considerazione le note su:
- la Politica estera (Wanda Troszczynska-van Genderen e Jérôme Legrand). Qui la nota si sforza di dare rilievo al ruolo del Parlamento ma ottiene l’effetto opposto: se il Parlamento avesse parità di poteri con il Consiglio dell’UE, non sarebbe necessario esaltarne il ruolo. La nota rende invece particolarmente evidenti i forti limiti ai suoi poteri (svolgendo puro ruolo consultivo sui contenuti delle politiche, viene ampiamente neutralizzata la parità di poteri con i rappresentanti degli Stati nazionali - Consiglio dell’UE - in merito all’approvazione del bilancio) e, di conseguenza, i limiti alla implementazione stessa di politiche di portata europea che pure vengono delineate con chiarezza dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (che è anche Vicepresidente della Commissione);
- la Politica di sicurezza e di difesa comune (Jérôme Legrand e Rick Kruijs) rende ancor più evidenti i limiti sopra evidenziati per la politica estera (potere decisionale in mano esclusivamente agli organi rappresentativi degli Stati nazionali), sottolineando al contempo quanto questi settori siano in rapida evoluzione a seguito del deterioramento delle condizioni esterne e interne di sicurezza nell’ultimo biennio. Parleremo nei prossimi numeri della newsletter della Strategia Globale dell’UE presentata dall’Alto rappresentante Mogherini nel 2016.
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