E' il momento dell'unità degli europei non delle divisioni nazionaliste.

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UNA DIFESA COMUNE DELL'UE PER PROTEGGERE I SUOI CITTADINI

Appello dei cittadini europei per una difesa comune europea

 

Di fronte alla crescente instabilità mondiale, di fronte al mutato orientamento geopolitico dell'amministrazione USA, di fronte all'impossibilità di intervenire in modo efficace per risolvere i conflitti, dall'invasione dell'Ucraina alla guerra di Gaza, che minano la stabilità e la sicurezza dell'Europa, “gli europei devono finalmente assumersi la responsabilità della propria sicurezza”. Questo è l'appello lanciato a tutti i cittadini e le cittadine europee, un appello per una Difesa comune europea che siete tutti invitati a sottoscrivere.

 

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È l’ora della difesa europea Una difesa europea

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 La tragedia della guerra silenziosa in Yemen

[EPA-EFE/YAHYA ARHAB]

In Yemen è in corso una guerra sanguinosa dal 2015 e, come viene descritta dall'O.N.U ( organizzazione delle nazioni unite), “il peggior disastro umanitario causato dall’uomo“. Spagna e Croazia coinvolte nella vendita di armi, le istituzioni non intervengono e l'opinione pubblica alza la voce.

Le origini della guerra

La cruenta guerra civile scoppiò a causa del fallimento di una transizione politica che avrebbe dovuto portare stabilità nel paese a seguito di una rivolta della Primavera araba, che aveva costretto il suo presidente autoritario, Ali Abdullah Saleh, a consegnare il potere al suo vice Abdrabbuh Mansour Hadi, tuttora sostenuto da Stati Uniti d'America, Europa e dalla maggior parte degli stati del medio oriente. La guerra va avanti ormai da 5 anni , da quando i ribelli Houthi, appoggiati dall’Iran, hanno conquistato gran parte del paese, inclusa la capitale Sana’a. La coalizione guidata dall’Arabia Saudita combatte i ribelli dal 2015 e sostiene il governo di Hadi.

Le bombe ed il Coronavirus

Almeno 10mila persone, due terzi dei quali civili, sono stati uccisi negli anni della guerra in Yemen e 55mila sono rimasti feriti, secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite e più di 22 milioni di persone sopravvivono solo grazie agli aiuti umanitari. In aggiunta, il virus Covid-19 non ha aiutato di certo a migliorare la situazione: come spiega Caroline Seguin, coordinatrice di Medici senza Frontiere in Yemen, quello che stanno vedendo nel loro centro è solo la punta dell’iceberg in termini di numero di persone contagiate e in fin di vita nella città. I pazienti arrivano troppo tardi per essere salvati e sanno che molte più persone non vengono affatto e stanno morendo nelle loro case. Il centro di trattamento registra un tasso di mortalità equivalente alle unità di terapia intensiva in Europa e negli Stati Uniti, ma quello di Aden non è un ospedale ben attrezzato.

Anche l'Europa è responsabile...

Una tragedia questa che da anni si sta consumando tra il silenzio assordante dell’Occidente e delle Nazioni Unite. I media hanno iniziato a parlare della guerra nello Yemen soltanto dopo l’attacco a opera di alcuni droni a dei pozzi sauditi, che ha portato ad un elevato aumento del prezzo del petrolio. Tra i responsabili di questa tragedia umanitaria vi è anche l'Europa, in particolare la Croazia. Secondo i dati raccolti dall'ONU, nel periodo compreso tra il 2014 e il 2016, l’Arabia Saudita ha importato dalla Croazia armi per un valore complessivo di 124 milioni di dollari. Con il tempo la questione dell’esportazione di armi verso l’Arabia Saudita ha inizato ad attirare l'attenzione dei giornalisti che hanno iniziato ad analizzare dei documenti ufficali dell' UE, dai quali è emerso che la Croazia è tra i principali paesi UE esportatori di armi. È importante anche sottolineare il fatto che l’ammontare delle risorse fornite dall’Ue per gli aiuti umanitari in Yemen è nettamente inferiore rispetto al valore complessivo delle armi vendute dai paesi europei all’Arabia Saudita: solo le autorizzazioni all’esportazione di armamenti verso l’Arabia Saudita rilasciate dal governo britannico a partire dal 2013 ammontano a circa 7,25 miliardi di euro. Anche altri paesi europei, come quello spagnolo, sono coinvolti: l’attuale sindaco di Cadice, José María González, nel 2015 si era impegnato per la sospensione dei rapporti commerciali con l’Arabia Saudita, ma con il passare del tempo ha cambiato “rotta”, appoggiando un accordo stipulato tra il governo spagnolo e l’Arabia Saudita per la costruzione di navi militari nel cantiere navale di Cadice. Anche il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha appoggiato questo accordo. Mentre gli europarlamentari del suo partito (partito socialista operaio spagnolo) votavano per la sospensione del rifornimento militare all’Arabia Saudita, Sánchez autorizzava nuovamente l’esportazione di bombe a Riad.

Come i paesi europei stanno reagendo alla guerra in Yemen

In alcuni paesi europei la società civile ha iniziato ad alzare la voce contro la guerra in Yemen. Nel marzo 2019 i Londinesi hanno protestato contro la vendita di armi all’Arabia Saudita che scondo loro, viola le norme del diritto internazionale ricordando che dall’inizio della guerra in Yemen sono stati uccisi migliaia di civili. .In Bosnia Erzegovina sono state organizzate diverse raccolte di aiuti umanitari destinati alla popolazione yemenita, mentre i lavoratori del porto di Genova si sono rifiutati di caricare il materiale militare su una nave saudita, in segno di protesta contro la guerra in Yemen. Gli operai portuali hanno iniziato uno sciopero, rifiutandosi di lavorare finché la nave non avesse lasciato il porto. La nave era partita carica di armi da un porto belga e, prima di arrivare a Genova, le era stato impedito di attraccare in un porto francese per caricare altre armi.In Croazia, al contrario, negli ultimi quattro anni non sono state organizzate raccolte di aiuti umanitari né proteste contro la guerra in Yemen e contro il coinvolgimento del paese in questo conflitto

 

A. M. DIOP


 

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