E' il momento dell'unità degli europei non delle divisioni nazionaliste.

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PER UN MOMENTO COSTITUENTE EUROPEO

 

Appello al Consiglio europeo affinché convochi una Convenzione per riformare l'UE

 

Tutte le cittadine ed i cittadini europei sono invitati a firmare questo appello che in pochi giorni di circolazione riservata ha raccolto l'adesione di oltre 150 personalità provenienti dal mondo accademico, dalla società civile, di diverse prospettive politiche e da molti Paesi dell'UE ed oltre, alcuni dei quali con esperienze istituzionali. 

 

Leggi e sottoscrivi l'appello

 


Giornate Di ConsEuropea

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EUMAN  ECE  NEWS  -  2017, 5

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Anno 2017, n.5                     EUMan ECE Newsletter                     Maggio 2017

 

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Contiene: I - EditorialeII - Le nostre iniziativeIII - Per approfondire

 

I - Editoriale: il mito dell'autodeterminazione dei popoli

 

Il mito dell'autodeterminazione dei popoli

 

Sta tornando pericolosamente in auge il mito dell’autodeterminazione dei popoli. La Catalogna ha minacciato l’uscita unilaterale dalla Spagna se non le fosse concesso (come in realtà non dovrebbe esserle concesso, vista la pronuncia della corte costituzionale spagnola del febbraio scorso) il referendum per far esprimere il parere ai suoi cittadini. Un caso interessante, sul quale vale la pena riflettere.

Il popolo, si dice, è sovrano. Già, ma quale popolo?

Qual è il popolo (quel gruppo di individui) che ha diritto di decidere che le sue scelte abbiano un’influenza anche su altri popoli? Lasciando perdere per un momento il concetto ambiguo di “popolo”, quale individuo ha diritto di decidere su opzioni che hanno un impatto anche su altri? Quale sarebbe la ratio della legittimità?

In economia si chiamano “esternalità”. Se compio una scelta che modifica le possibilità di scelta di altri individui, genero un’esternalità, che dovrebbe essere punita (se negativa, tipo l’inquinamento) o premiata (se positiva, tipo un’invenzione che poi diventa di dominio pubblico). Oppure quella scelta mi dovrebbe essere vietata ed essere demandata ad un organo di scelta collettivo più ampio, che includa chi genera e chi subisce l’esternalità.

I cittadini catalani sono anche cittadini spagnoli, europei (e del mondo). Le conseguenze, anche solo quelle direttamente economiche, di un loro eventuale abbandono della Spagna, generano effetti (esternalità) anche sul resto della popolazione spagnola ed europea (costituisce un esempio che potrebbe portare ad un effetto domino, si pone il problema dell’adesione o meno alla UE, etc).

Insomma, è giusto lasciare che i cittadini della Catalogna decidano per l’indipendenza? O dovrebbero essere i cittadini spagnoli, o magari quelli europei, a pronunciarsi su questa scelta (i cui effetti, appunto, ricadono anche su di loro)? O magari i cittadini di ciascuna città? Perché non dovrei poi consentire a quel punto a Pisani, Livornesi e Fiorentini di pronunciarsi per l’autodeterminazione del loro destino?

So che viene vista come una provocazione, ma credo che la circoscrizione più adeguata (in termini di internalizzazione delle esternalità) a pronunciarsi sul quesito dell’indipendenza catalana sia quella europea. Se i cittadini europei riterranno sensate le motivazioni catalane, si pronunceranno a favore, altrimenti si pronunceranno contro. Questa è la democrazia. Un referendum esclusivamente catalano non sarebbe affatto democratico, perché appunto i cittadini catalani finirebbero per decidere su questioni che impattano anche sul resto d’Europa.

Naturalmente, se non vi fossero Stati nazionali che vincolano così tanto la vita sociale, politica ed economica dei propri cittadini, nessuno si porrebbe il problema dell’autodeterminazione dei popoli. Se l’Unione europea fosse una genuina democrazia sovranazionale multilivello, in cui ogni individuo è responsabile di scelte condivise collegialmente per diverse funzioni di governo (da quello locale a quello sovranazionale), ogni cittadino catalano (così come qualsiasi altro cittadino europeo) avrebbe autonomia decisionale sulla maggior parte delle proprie scelte, senza che fossero allocate allo stato nazionale (o, indirettamente, alla UE).

È il modello stato-centrico su cui si fonda il patto intergovernativo dell’Unione Europea che costringe a porsi ed a risolvere questi problemi.

Naturalmente, se il patto fosse di natura genuinamente federale, multilivello, vi sarebbe anche un meccanismo costituzionale di redistribuzione delle risorse (come accade all’interno della Germania, che non a caso è uno Stato federale) per il quale la ricca Catalogna si vedrebbe togliere in automatico delle risorse per finanziare le regioni più povere. Non necessariamente della Spagna; magari la Pomerania. Senza neanche accorgersene. E senza poterci fare nulla, vista la natura costituzionale del meccanismo di riequilibrio.

I cittadini hanno sempre più bisogno di sentire che esiste sopra di loro un sistema di istituzioni che li tutela. Ma la risposta a questa esigenza non può essere la definizione di spazi sempre più angusti (ancorché magari ricchi) di esercizio della sovranità.

Perché non vi sia questa tentazione alla chiusura, occorre però mostrare che la sovranità condivisa a più livelli di governo legittimo e democratico è più efficace nel tutelare il cittadino. E soprattutto occorre metterla in pratica.

Altrimenti il mito dell’autodeterminazione, in tutta la sua inconsistenza logica, avrà la meglio. 

Fabio Masini - http://formiche.net/2017/05/22/mito-dellautodeterminazione-dei-popoli

 

Per la sua pertinenza rispetto ai temi del progetto  EUMAN!  e per il suo valore al contempo informativo e formativo consigliamo caldamente la lettura de Il cantiere dell’Europa riparte dal fronte Sud – articolo di Giorgio Napolitano apparso su La Stampa del 17 giugno 2017 (link). Qualora il link non dovesse essere più funzionante e foste interessati a leggere l’articolo basta scriverci a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

II - Le nostre iniziative

Nel mese di maggio 2017 è scaduta la prima edizione del concorso  It's EUMAN!  dedicato agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado italiane, in particolare per gli indirizzi Artistico, Musicale e Coreutico.

Hanno partecipato al concorso, caricando le proprie opere in formato video tramite il canale YouTube di EUMAN, più di venti gruppi con originali creazioni artistiche di diversa natura. Purtroppo nessuna opera è risultata pienamente pertinente rispetto all’oggetto del concorso, che richiedeva di costruire opere atte a comunicare lo stretto legame tra problemi dell’unità europea e problemi legati ai flussi migratori verso l’Europa.

Per questo motivo i promotori del Concorso hanno deciso di bandire una seconda edizione, sollecitando in particolare i pochi gruppi che nella prima edizione hanno presentato opera almeno parzialmente pertinenti a ripresentarle migliorandone il focus. CesUE si riserva di realizzare nuove conferenze nelle scuole durante la prima parte del prossimo Anno Scolastico, prima dell’inizio del quale verrà pubblicato sul sito del progetto un nuovo bando.

La premiazione della seconda edizione è prevista in occasione della Giornata di Consapevolezza Europea conclusiva del progetto  EUMAN! , che sarà realizzata a Milano all’inizio del 2018: si sta al momento perfezionando un accordo con il Comune di Milano e il Teatro degli Arcimboldi per realizzare l’evento il giorno 20 febbraio nel prestigioso teatro meneghino.

 

III - Per approfondire

Focus sul progetto e sul sito web Open Migration

 

Uno sguardo complessivo sul fenomeno migratorio che cerca di stimolare conoscenza e diffondere informazioni semplici, accurate ed accessibili attingendo a fonti ufficiali e studi è offerto, in italiano e in inglese, dal sito web del progetto Open Migration (http://openmigration.org/) promosso dagli inizi del 2016 dalla Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili (https://cild.eu/) e sostenuto dalla fondazione Open Society dell’imprenditore e finanziere George Soros (https://www.opensocietyfoundations.org/) e dalla fondazione Oak (http://oakfnd.org/) formata da diverse organizzazioni filantropiche e specializzata in interventi e programmi per garantire i diritti umani a livello internazionale, la protezione dell’ambiente e affrontare problematiche sociali globali soprattutto nelle regioni del mondo più povere. Il sito aggrega informazioni e articoli, resoconti, infografiche utili a comprendere la complessità e le dimensione delle migrazioni, analizzando politiche e approcci fornendo un utile strumento da valorizzare per sfuggire a stereotipi, impressioni superficiali e sanare la mancanza di un’apertura critica, attenta e documentata che unisca all’informazione la volontà di sviluppare un percorso di attenzione costante e l’obiettivo proprio della CILD di ampliare i diritti delle persone senza alcuna discriminazione. Attraverso un quiz (http://openmigration.org/quiz/) il lettore può testare il proprio grado di conoscenza e poi tenersi informato andando a colmare le lacune consultando le diverse sezioni: politiche di frontiera, diritto d’asilo, immigrazione & integrazione e quelle sui dati (con le sottosezioni dashboard, infografiche, fact-checking – con botta e risposta su domande “calde” e di attualità). A completare il menu vi sono i contenuti delle diverse risorse (analisi, idee, una web review con la selezione settimanale dei 10 migliori articoli pubblicati sul tema dei rifugiati dell’immigrazione, il glossario e il quiz).

Anche se si tratta di una tematica collaterale (la corretta informazione in generale e non solo rispetto ai fenomeni migratori), segnaliamo che Nigrizia, la storica rivista dei Padri Comboniani, nel numero di giugno pubblica un interessante editoriale dal titolo “I salvati dalle e i sommersi dal populismo” http://www.nigrizia.it/notizia/i-salvati-dalle-ong-e-i-sommersi-dal-populismo/notizie. Il richiamo a guardare e ad informarsi per “costruire la pace” nell’ambito delle ricerche e degli studi sul giornalismo per la pace ha trovato recentemente sbocco in un bel libro a cura di Nanni Salio e Silvia De Michelis “Giornalismo di pace” (Torino,Gruppo Abele, 2016), uscito un anno fa, guida stimolante per riconsiderare la comunicazione e l’informazione globali cercando di affrontare i problemi esistenti e di rafforzare la lotta per la pace, la sostenibilità, i diritti e l’integrazione tra i popoli (http://serenoregis.org/2016/05/31/giornalismo-di-pace-a-cura-di-nanni-salio-e-silvia-de-michelis/).

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EUMAN  ECE  NEWS  -  2017, 6-7

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Anno 2017, n.6-7                     EUMan ECE Newsletter                     Giugno - Luglio 2017

 

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Contiene: I - EditorialeII - Le nostre iniziativeIII - Per approfondire

 

I - Editoriale: Papa Francesco per la federazione europea

 

Papa Francesco per la federazione europea

Papa Francesco non usa mezzi termini nell’intervista rilasciata ad Eugenio Scalfari per Repubblica e pubblicata il giorno 8 luglio 2017: serve la Federazione europea. Di fronte alla domanda di Scalfari: “l’Europa deve assumere al più presto una struttura federale. Le leggi e i comportamenti politici che ne derivano sono decisi dal governo federale e dal Parlamento federale, non dai singoli Paesi confederati. Lei del resto questo tema l’ha più volte sollevato, perfino quando ha parlato al Parlamento europeo”, il Papa risponde: “È vero, l’ho più volte sollevato … I Paesi si muoveranno se si renderanno conto di una verità: o l’Europa diventa una comunità federale o non conterà più nulla nel mondo”. C’è stato bisogno di un Papa argentino, in grado di osservarci con un minimo di distacco, per dire la verità agli europei.

La realtà che ci circonda è chiara rispetto a tutte le principali sfide. Sul piano della sicurezza nessuno Stato europeo da solo conta nulla. Di fronte all’espansionismo russo, alla destabilizzazione di Medio Oriente e Africa abbiamo bisogno di una politica estera, di sicurezza e di difesa europea. Sui migranti tutti reclamano una politica europea – che non può arrivare finché manca un governo europeo con competenze e poteri adeguati. Che la moneta unica nel lungo periodo non possa reggersi in assenza di un bilancio e di un governo federale dell’economia lo sanno tutti, così come il fatto che gli investimenti necessari a rilanciare l’economica, l’occupazione e garantire la transizione ecologica sono possibili solo a livello europeo.

Eppure il nazionalismo ci perseguita. Non solo i nazionalisti in salsa populista invocano il ritorno alla sovranità nazionale. Perfino le forze teoricamente progressiste in Italia le inseguono su questo terreno. Sinistra Italiana è scesa in piazza contro l’accordo commerciale tra UE e Canada, e Alfredo D’Attorre ha sostenuto che si tratti di una battaglia a difesa della nostra “sovranità nazionale”. Renzi promette di mettere il veto a livello europeo. Soprattutto sull’inserimento nei Trattati europei del Fiscal Compact. Peccato che il Fiscal Compact sia comunque un Trattato internazionale che l’Italia ha già ratificato – e quindi per noi vincolante. E che le sue disposizioni siano pure state introdotte nella Costituzione italiana, e quindi rimarrebbero valide perfino se denunciassimo tale Trattato. Altro che Macron italiano: sembra vittima anche lui del sonno della ragione nazional-populista.

Dopo la vittoria di Macron in Francia e le elezioni tedesche in Germania si aprirà una finestra di opportunità per riformare i Trattati e andare verso la Federazione Europea. Rischia di esser persa per la mancanza di consapevolezza e senso di responsabilità della classe politica italiana.

@RobertoCastaldi

http://castaldi.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/07/08/papa-francesco-per-la-federazione-europea-ha-piu-consapevolezza-della-classe-politica-italiana/ 

 

II - Le nostre iniziative

PROGETTO AWAREU. Nel corso del primo semestre 2017 CesUE ha dato avvio al progetto multilaterale “European Awareness – AwarEU”, vincitore del bando KA3 di Erasmus +. Abbiamo realizzato Giornate di Consapevolezza Europea, con lo spettacolo “Europa: che Passione!”, in Italia, Spagna, Scozia e Portogallo nelle rispettive lingue nazionali e con dibattiti che hanno visto anche la partecipazione di ospiti di alto profilo nei vari paesi.

Tutte le Giornate sono state filmate e tutte le versioni dello spettacolo sono state montate in prodotti audiovisivi curati da Daniela Martinelli e da Claudia Cipriani (regista di documentari) che offriranno una nuova modalità di fruizione per il recital musicale che racconta la storia del processo di unificazione europea dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi (e domani…).

Tra settembre e dicembre 2017 verrà anche inaugurata la piattaforma di apprendimento a distanza multilingue che costituisce la seconda importante iniziativa promossa da AwarEU: la piattaforma ospiterà corsi in didattica telematica, con diverse tipologie di attività e strumenti messi a disposizione di tutti gli interessati. Una apposita newsletter del progetto verrà ad aggiungersi a quella di EUMAN per fornire notizie e aggiornamenti sulla piattaforma, cui stiamo lavorando con i partner dell’Università di Madrid (CEU-San Pablo), di Lisbona (Nova Universidade), Stirling, Aston e dell’Institut Jacques Delors.

A settembre abbiamo in programma di contattare tutti i docenti italiani con cui siamo entrati in contatto per proporre loro un incontro di presentazione dettagliata dei corsi e dei materiali offerti dalla piattaforma.

 

PROGETTO EUMAN. È stata definitivamente fissata e hanno già cominciato ad affluire le prenotazioni per la Giornata di Consapevolezza Europea che concluderà il progetto  EUMAN!  presso il Teatro degli Arcimboldi di Milano il prossimo 20 febbraio 2018 con inizio alle ore 10.30. La Giornata è a ingresso gratuito e aperta a tutta la cittadinanza oltre che, in particolare, alle scuole secondarie di secondo grado (classi del triennio). L’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia supporta la promozione dell’evento, di cui ha già dato una prima volta notizia attraverso la comunicazione del 28 giugno 2017 che trovate al seguente indirizzo: http://usr.istruzione.lombardia.gov.it/20170628prot14572/

La Giornata del 20 febbraio 2018 servirà anche a premiare i vincitori della seconda edizione del concorso creativo  It's EUMAN! , il cui bando è in uscita nelle prossime settimane e comunque prima dell’avvio del prossimo Anno Scolastico sul sito di CesUE e sul sito di Rai Scuola dedicato al nostro progetto (http://www.raiscuola.rai.it/euman/).

 

III - Per approfondire

In questo doppio numero ci soffermiamo su diversi strumenti e iniziative:
Giornata mondiale del rifugiato,
rivista “Diritto, immigrazione, cittadinanza”,
“Vie di fuga – Osservatorio permanente sui rifugiati e altre segnalazioni”
Centro Medì e “Mondi Migranti”,
Operatori di pace per l'Europa (Helmut Kohl, Simone Veil, Antonio Papisca, Alexander Langer)

In un momento di acuta incapacità dei paesi dell'Unione europea ad agire di concerto unendosi solidali per far fronte insieme all'assistenza e accoglienza degli immigrati, mentre sembra svilupparsi un barlume di iniziativa per lo sviluppo di una difesa e politica estera europea, in tutto il mondo il 20 giugno si è celebrata la Giornata Mondiale dei Rifugiati, indetta per la prima volta nel 2001, a cinquant'anni dalla firma della Convenzione di Ginevra sullo statuto dei rifugiati (1951) delle Nazioni Unite (per il testo della Convenzione: http://www.unhcr.org/cgi-bin/texis/vtx/search?page=search&docid=3b66c2aa10&query=Convention%20relating%20to%20the%20Status%20of%20Refugees). Molte le iniziative svoltesi in tutto il mondo e in Italia e diverse informazioni e nonché documenti utili sono reperibili sul sito web dedicato dalle Nazioni Unite alla Giornata e a i temi collegati (https://www.un.org/en/events/refugeeday/ - per le risorse si vada alla sezione apposita: https://www.un.org/en/events/refugeeday/resources.shtml). Su Youtube si trovano diversi video tra i quali il messaggio dell'Alto Commissario ONU per i Rifugiati (UN High Commissioner for Refugees, Filippo Grandi on World Refugee Day 2017: https://www.youtube.com/watch?v=189JvQqWEAI). Su rifugiati ed UE si vedano testo e video in inglese da Euronews (World Refugee Day: The EU Reponse, http://www.euronews.com/2017/06/19/world-refugee-day-the-eu-response). A fini didattici si può ascoltare il video “Che cos'è la protezione internazionale” che fa parte di una serie semplice e accessibile di lezioni di AsylEasy (progetto di Arci Immigrazione) https://www.youtube.com/watch?v=I_V6sBy57bY. Per storie di vita vissuta con testimonianze di rifugiati si veda anche Associazione Rinascimento grazie al sostegno dell'UNHCR Italia, "La loro storia è la nostra storia." Convenzione di Ginevra sullo Status di Rifugiato (2011) https://www.youtube.com/watch?v=KMfQI4eWxgo.

Tornando all'UE e alla mancanza di una politica comune per affrontare e gestire le migrazioni alcuni interventi recenti dal mondo delle organizzazioni nongovernative e da alcune testate giornalistiche hanno sottolineano come sia urgente che l'UE adotti una visione unica per superare gli approcci nazionali e parziali (egoistici?) fin troppo evidenti e di evitare l'esito infausto della negazione dei soccorsi in mare che denoterebbe un pericoloso imbarbarimento e il mancato rispetto delle - poche ma universali - norme di diritto internazionale umanitario.

Tra questi contributi si vedano:

Si veda anche l’appello delle ONG italiane raccolte nel Forum del Terzo Settore per trovare soluzioni alternative al minacciato blocco dei porti che l’Italia sembra essere poi riuscita a far passare in sede di Consiglio dell’UE del 17 luglio: Migranti, Forum del Terzo Settore: Italia e Europa non impediscano le operazioni di soccorso, 3 luglio 2017, http://www.forumterzosettore.it/2017/07/03/migranti-forum-del-terzo-settore-italia-e-europa-non-impediscano-le-operazioni-di-soccorso/

Tra le riviste telematiche e gli osservatori tematici si segnala la rivista quadrimestrale “Diritto, immigrazione, cittadinanza” promossa dall’Associazione di Studi Giuridici sull’Immigrazione – ASGI con diversi saggi a libero accesso online (http://www.dirittoimmigrazionecittadinanza.it/) e “Vie di fuga – Osservatorio permanente sui rifugiati”, (http://viedifuga.org/) - sostenuta dalla Fondazione Migrantes (Roma) della Chiesa cattolica alla quale fa capo il quotidiano informativo telematico Migrantesonline (http://www.migrantesonline.it/) – che propone guide, informazioni, commenti, recensioni di libri e film, glossario e schede paese, il tutto per monitorare e far conoscere storie, persone, luoghi, dinamiche, eventi e proposte su asilo, rifugiati, assistenza umanitaria.

Un punto di riferimento per gli studi sull’emigrazione del Mediterraneo, è il Centro Medì (http://www.csmedi.com/) con sede a Genova, nato nel 2003 su iniziativa di diverse associazioni di volontariato operanti nell’ambito dell’assistenza alle persone migranti e costituitosi come associazione di promozione sociale nel 2007. Dotato di un Centro di documentazione aperto al pubblico, oltre a diversi rapporti, il Centro Medì pubblica la rivista “Mondi Migranti” e organizzava una Scuola estiva di sociologia delle migrazioni.

 

Nel mese di giugno 2017 sono morti due importanti protagonisti nella storia del processo d’unificazione europea. Di orientamento politico differente ma accomunati da una comune tensione verso l’unità europea per mantenere la pace nel continente e provenienti da due principali paesi dell’attuale UE, Helmut Kohl (1930-2017) – già cancelliere tedesco cristiano-democratico della Repubblica Federale Tedesca dal 1982 e artefice della rapida ed epocale riunificazione tedesca dopo la caduta del Muro di Berlino e il crollo della Repubblica Democratica Tedesca – e Simone Veil (1927-2017), - liberale francese, reduce dall’esperienza dei campi di concentramento e divenuta primo presidente del Parlamento europeo eletto a suffragio universale, sono due esempi importanti di volontà e dedizione politica alla cui forza e passione si spera possa ispirarsi l’attuale frammentata e debole politica europea (per una selezioni di articoli sulla stampa internazionale si rimanda a “Notizie dall’Europa sull’Unione europea” sul sito Hopeurope, rubrica realizzata in collaborazione con il Cesue http://hopeurope2.weebly.com/news-varie-cookies.html.

Operatore di pace come studioso e appassionato difensore dei diritti umani e fautore della riforma delle Nazioni Unite in funzione di un sistema mondiale multilivello, è stato il professore Antonio Papisca (1936-2017), docente emerito di Relazioni internazionali all’Università di Padova, scomparso nel mese di maggio. Il suo impegno accademico e di ricerca ha sempre messo al centro dell’azione la persona umana da valorizzare, rendere libera e proteggere con istituzioni di pace, dal quartiere al mondo, passando per la costruzione di un’Europa federale e solidale con il resto del mondo (si rimanda per ulteriori informazioni al suo profilo reperibile, con l’elenco delle pubblicazioni, nel sito del Centro di Ateneo per i Diritti Umani da lui fondato (http://unipd-centrodirittiumani.it/it/attivita/Antonio-Papisca-difensore-dei-diritti-umani/1125).

Il 3 luglio di ventidue anni fa decideva volontariamente di porre termine alla propria vita Alexander Langer, eurodeputato verde sudtirolese e federalista europeo, “viaggiatore leggero” e generoso uomo politico, intellettuale, giornalista e militante per l’ambiente, la pace, i diritti umani e le minoranze in molteplici iniziative, tra le quali quelle per prevenire e poi far terminare le guerre nell’ex Jugoslavia con un intervento dell’Unione europea (che non avvenne). Il suo impegno concreto per la convivenza interetnica, è condensato nel suo sobrio ma altamente educativo ed esemplare Tentativo di decalogo per la convivenza interetnica (1994) (http://www.alexanderlanger.org/it/32/104; sulla visione federalista europea di Langer si veda Giorgio Grimaldi, Alexander Langer: speranze e proposte per un’Europa federale, in “I Temi”, anno VII, n. 26, dicembre 2001, pp. 9-40, http://www.mfe2.it/cagliari/documenti/Alexander_Langer_Grimaldi.htm; scritti di e su Langer sono raccolti nel sito della Fondazione Alexander Langer Stiftung con sede a Bolzano (http://www.alexanderlanger.org/; per la registrazione audiovisiva del convegno organizzato dal Gruppo Verdi/Alleanza Libera Europea al Parlamento a vent’anni dalla morte nel 2015: “Alexander Langer: a visionary witness of our time”, http://greenmediabox.eu/en/ct/91-alexander-langer). Proprio la Fondazione Langer, che assegna dal 2000 un premio annuale a persone – “anche sconosciute” che “con scelte coraggiose, indipendenza di pensiero, forte radicamento sociale” abbiano promosso “la difesa dei diritti dei singoli e dei gruppi minoritari contro ogni discriminazione di natura economica, religiosa, razziale, sessuale”, stimolato “la ricerca di soluzioni solidali, democratiche e giuste ai bisogni e ai conflitti che attraversano le società” e avviato “riflessioni ed azioni concrete in direzione di una conversione ecologica dell'economia, del lavoro e degli stili di vita”, nel 2017, durante l’evento-festival Euromediterranea che si tiene tra fine giugno e inizio luglio, ha proclamato vincitori ex aequo del riconoscimento due associazioni dedicatesi all’assistenza e all’accoglienza dei migranti. Si tratta dell’associazione greca “Angalia” (“abbraccio”) sorta nel 2008 nell’isola di Lesbo ad opera del sacerdote ortodosso Papa Stratis e di vari volontari e dell’italiana (già sopra citata) Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione – ASGI (motivazioni per l’attribuzione del Premio Langer rese note dal Comitato scientifico della Fondazione http://www.alexanderlanger.org/it/968/4037).

 

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EUMAN  ECE  NEWS  -  2017, 8-9

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Anno 2017, n.8-9                     EUMan ECE Newsletter                     Agosto - Settembre 2017

 

 

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Contiene: I - Le nostre iniziativeII - EditorialeIII - Per approfondire

 

I - Le nostre iniziative

È disponibile online una nuova versione del sito di cesue, sempre all’indirizzo www.cesue.eu – vi invitiamo a visitarlo.

A breve saranno disponibili anche le nuove pagine dedicate al progetto EUMAN, con aggiornati ai materiali di supporto per chi vuole in particolare partecipare al concorso creativo per gli studenti IT’S EUMAN!  Partecipate numerosi al concorso!!! Il testo del bando è disponibile fin dalla homepage del sito di CesUE, e scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. riceverete supporto dedicato, chiarimenti etc. La premiazione del concorso è confermata al 20 febbraio 2018 presso il Teatro degli Arcimboldi a Milano.

Il nuovo sito di CesUE contiene:

  • una rassegna stampa settimanale ragionata che offre una selezione originale di notizie e commenti in chiave europea dell’attualità continentale e globale. La rassegna è aggiornata ogni venerdì;
  • blog di commento in chiave europea dell’attualità di livello nazionale e sovranazionale;
  • multimedia da noi prodotti e nostri interventi sui media;
  • notizia degli eventi in programma, dei progetti in corso etc.

Segnaliamo in particolare che CesUE ha vinto un nuovo bando Jean Monnet Projects dal titolo EUNews, che dedica una serie di attività alle scuole della Toscana, e sta avviando la collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e l’Università telematica eCampus per la realizzazione di altri due progetti rispettivamente in Toscana e a livello nazionale.

 

II - Editoriale

L’Europa al bivio: nuova riforma o deriva nazionalista

Il 6 settembre 2017 la sentenza della Corte di Giustizia dell’UE ha rigettato completamente i ricorsi di Slovacchia e Ungheria, sostenuti dalla Polonia, contro il piano di ricollocamento temporaneo di emergenza di 120.000 persone previsto nel 2015 e in vigore fino al 26 settembre nell’ambito delle misure temporanee in materia di protezione internazionale a beneficio di Grecia e Italia dovute alla “situazione di emergenza caratterizzata da un afflusso improvviso di cittadini di paesi terzi nel territorio di alcuni Stati membri” e che ha finora potuto essere applicato in misura minima proprio a causa del boicottaggio soprattutto di diversi paesi dell’Est Europa oltre che al ritardo nell’accertamento burocratico (in particolare in Italia) dell’ammissibilità dei richiedenti alla protezione (sentenza integrale e comunicato stampa). E’ questa l’ennesima riprova che proprio dalla applicazione delle misure possibili e previste dai Trattati (pur non sufficiente) è doveroso riprendere il cammino, disinnescando le spinte nazionalistiche ed egoistiche sempre pronte a riemergere. Il problema è che i rappresentanti dei governi dei paesi ricorrenti (appartenenti all’alleanza del Gruppo di Visegrad – sito ufficiale) sembrano voler perseverare nella posizione di rifiuto delle regole stabilite nonostante la Corte di Giustizia abbia ribadito la loro corretta applicazione in ottemperanza a quanto previsto dal Trattato di Lisbona e alle decisioni assunte con le procedure in vigore nel sistema comunitario. Se opinioni e visioni politiche diverse sono lecite, va rilevato che chi non rispetta decisioni assunte democraticamente dovrebbe esserne chiamato a rispondere con sanzioni che prevedano anche la sospensione (temporanea) da programmi e dall’erogazione di finanziamenti comunitari (sulle questioni poste dalla sentenza e del ricollocamento dei migranti si rimanda alle considerazioni svolte da Solon Ardittis in un un articolo apparso l’8 settembre su “EUobserver”). L’Unione europea deve poter essere credibile come organizzazione sovranazionale e chiamare tutti i paesi aderenti ad assumersi le proprie responsabilità. Nel frattempo l’UE è ormai da tempo al bivio e sarà chiamata a scegliere inesorabilmente o ad andare avanti e procedere verso la creazione di poteri federati in politica estera e di sicurezza dotandosi di una comune gestione del controllo delle frontiere, di una capacità di azione unitaria a livello globale come attore per la governance ambientale e climatica e di piani di investimenti per creare e condividere pace e benessere con le aree confinanti (con un Piano Marshall per l’Africa e il rilancio dell’Unione euromediterranea – su questi punti si rimanda, tra gli altri ad interventi come quello di Roberto Castaldi sul governo delle migrazioni apparso su “Il Tirreno il 30 agosto 2017 e quello di Roberto Palea, “Un patto per il rilancio dell’Europa”) un Tesoro con un budget autonomo e un’unione fiscale, dando vita anche ad un’unione energetica, oppure ad assistere alla propria più o meno lenta decadenza e disintegrazione. Nel primo caso è necessario procedere a riforme istituzionali incisive; nel secondo basterà lasciare andare avanti le cose pressappoco come stanno andando avanti adesso (nonostante l’indubbio valore di determinate azioni e politiche). L’agenda per le migrazioni, pur importante, ed altre azioni messe in campo dall’UE finiscono per dare risultati ridotti a causa della mancanza di solidarietà tra i paesi membri. Ma la partita si gioca non soltanto a livello di istituzioni comunitarie e di esecutivi nazionali: informazione corretta, apporto della società civile organizzata e partecipazione attiva dei cittadini europei possono essere decisivi nel fare venire allo scoperto problemi, critiche, proposte e soluzioni. In riferimento all’informazione vanno potenziati gli sforzi per offrire notizie e approfondimenti seri, equilibrati e documentati evitando una (dis)informazione basata sul sensazionalismo e gli scoop o su istinti, pregiudizi e disagio. Informazione e conoscenza (ampliando l’educazione alla cittadinanza europea nelle scuole di ordine e grado) possono fare molto per creare consapevolezza dei problemi e non soggiacere alle sirene dei populismi e dei nazionalismi (si veda, ad esempio un piccolo manuale di conversazione sui migranti). Il ruolo delle ONG non va né santificato né demonizzato: l’azione importante delle organizzazioni umanitarie è comunque fondamentale nell’assicurare aiuto e protezione e necessaria per denunciare limiti, errori e violenze (ad esempio la lettera aperta di Medici senza Frontiere relativa alle sofferenze patite nei campi di detenzione in Libia dai migranti trattenuti con i finanziamenti europeiarticolo su “Avvenire”). I fenomeni cono complessi e le semplificazioni sono quasi sempre fuorvianti rischiando di accrescere disagi e dissidi. In particolare le migrazioni di ogni tipo, ma soprattutto quelle generate da guerre, mancanza di risorse, degrado ambientale, calamità naturali. Le migrazioni, però, affrontate con politiche di gestione possono costituire opportunità di sviluppo economico e sociale. Nella situazione attuale i singoli paesi europei non possono far da soli sperando di non essere interessati dai flussi o di arginarli scaricando su altri paesi l’onere dell’accoglienza e della gestione. Si impone quindi la costruzione di una politica europea fondata su istituzioni comunitarie più solide e legittimate (si veda uno studio recente sulle riforme della politica migratoria tedesca ed europea condotto dalla Fondazione Bertelsmann). Tuttavia, se ci rendiamo contro della nostra identità di cittadini europei, è sotto ai nostri occhi l’ancora debole e insoddisfacente garanzia di cittadinanza offerta dalle istituzioni europee, incompleta e con differenti garanzie anche perché legata alle distinte cittadinanze nazionali. E allora, anche in vista delle elezioni del Parlamento europeo del 2019, non si può non constatare come Parlamento europeo e Commissione europea abbiano ancora poteri limitati e insufficienti rispetto a quelli delle istituzioni rappresentative dei governi nazionali. Se si vuole che l’UE possa fare di più per il benessere di tutti si dovrà aprire una stagione di riforme istituzionali. Una ricerca condotta dalla fondazione Bertelsmann rileva un grado di soddisfazione maggiore dei tedeschi nei confronti dell’UE rispetto ai cittadini di altri paesi membri ma anche la generale prevalenza di cittadini europei – 66% - che vedono positivamente l’UE e sono contrari ad un’uscita del loro paese da essa – link articolo su Politico.eu). Nel giugno scorso è stato divulgato un sondaggio dell’Eurobarometro relativo al marzo 2017 che mostra come la stragrande maggioranza dei cittadini europei intervistati desidererebbe un’Europa sociale capace di combattere disoccupazione, povertà, esclusione e garantire sicurezza sociale e parità di genere. Questa richiesta richiede istituzioni europee efficienti e federali. Facendo prevalere unione e solidarietà come vera propria comunità democratica e civile e diventando un esempio di convivenza plurale e inclusiva, aperta al mondo e alla difesa delle persone e dei diritti umani, l’UE riformata e federale potrà assolvere pienamente alla missione di costruzione della pace per la quale è nata ponendosi come esempio per tutto il mondo

Giorgio Grimaldi (@ces_eu).

 

III - Per approfondire

Un libro, aggiornamenti giornalistici, documenti, commenti testimonianze e il documentario di Ai Weiwei

E’ appena uscito (7 settembre 2017) un libro che può aiutare a riflettere sulle interconnessioni tra pace, ambiente e migrazioni. Si tratta di “Effetto serra, effetto guerra”, scritto da un diplomatico (Grammenos Mastrojeni) e un fisico e climatologo del CNR (Antonello Pasini) per i tipi di Chiare Lettere (http://www.chiarelettere.it/libro/reverse/effetto-serra-effetto-guerra-9788861909342.php). I flussi migratori globali dipendono da molti fattori e circostanze ma sicuramente le conseguenze indotte dai cambiamenti climatici, dalla distruzione delle risorse naturali e dalle guerre (entrambi tanto causa quanto effetto di un circolo vizioso che porta all’impoverimento e all’esodo) giocano un ruolo fondamentale nella decisione di fuga per sopravvivere per migliaia di persone.

Nel dibattito e nello scontro, spesso rovente, su come affrontare e organizzare risposte efficaci a tutto campo per prevenire e controllare lo sfruttamento e la tratta di persone umane, creare condizioni di vita dignitosa e accogliere uomini, donne e bambine, l’Unione europea non è finora riuscita ad assumersi pienamente le proprie responsabilità (anche se ha adottato misure per la gestione integrata delle frontiere - Commissione europea - Rappresentanza in Italia, Programma da 46 milioni di euro a sostegno della gestione integrata della migrazione e delle frontiere in Libia, 28 luglio 2017 https://ec.europa.eu/italy/news/20170728_gestione_migrazione_frontiere_it). L’atteggiamento degli Stati membri ha visto prevalere in molti casi il prevalere di chiusure nazionalistiche, mancanza di collaborazione, visione e piani condivisi per far fronte alle emergenze e pianificare un futuro di convivenza e pace nell’area mediterranea.

Malessere, paure e strumentalizzazione su questo tema sono sempre dietro l’angolo e accentuano le difficoltà degli operatori istituzionali e non istituzionali. Nel mirino di accuse e polemiche e a fronte di difficoltà effettive l’estate ha portato a tensioni tra governi, UE e organizzazioni umanitarie impegnate nel soccorso ai migranti (per una breve panoramica sulle principali associazioni internazionali Come aiutare i migranti donando alle ONG che se ne occupano, IlPost.it, 3 maggio 2017, http://www.ilpost.it/2017/05/03/come-aiutare-migranti/). Non interessa qui ricordare le vicende che hanno visto anche indagate alcune organizzazioni umanitarie ma ricordare come conoscenza, attenzione e consapevolezza sono importanti antidoti a pregiudizi, razzismo e violenze. Pertanto, per andare alla radice delle questioni ricordiamo l’appello-denuncia ai mass-media del missionario cattolico Padre Zanotelli a far conoscere l’Africa (Padre Zanotelli: “Rompiamo il silenzio sull’Africa”, “La Stampa”, 20 luglio 2017, http://www.lastampa.it/2017/07/20/vaticaninsider/ita/nel-mondo/padre-zanotelli-rompiamo-il-silenzio-sullafrica-MGN4GchnGQi5WPSGqXiD8L/pagina.html).

La Corte di Giustizia dell’Unione europea, chiamata a pronunziarsi sui ricorsi di Slovacchia e Ungheria, appoggiate dalla Polonia, dalla Repubblica ceca e dalla Romania (i paesi del Gruppo Visegrad) che mirava ad annullare il piano di ricollocazione di 120.000 persone bisognose di protezione internazionale (asilo) arrivate in Italia e Grecia e da destinare pro quota ai diversi paesi membri, li ha respinti con una sentenza del 6 settembre 2017 (per il comunicato stampa ufficiale della Corte: https://curia.europa.eu/jcms/upload/docs/application/pdf/2017-09/cp170091it.pdf; per informazione giornalistica si veda esempio: Francesco Olivo, La Corte di giustizia Ue dà ragione all’Italia: giusto redistribuire i migranti, "La Stampa", 6 settembre 2017, http://www.lastampa.it/2017/09/06/esteri/la-corte-di-giustizia-ue-d-ragione-allitalia-giusto-ridistribuire-i-migranti-in-modo-proporzionato-Nt8grXlnSe4tvTTwY0yh7M/amphtml/pagina.amp.html; Marco Bresolin, La Corte europea boccia l’Est. “Avanti con la redistribuzione, dei profughi da Italia e Grecia”. Respinti i ricorsi. L’ultimatum: pronti a sanzionarvi. Avramopoulos: cambiamo Schengen, "La Stampa", 7 settembre 2017, http://www.lastampa.it/2017/09/07/esteri/la-corte-europea-boccia-lest-avanti-con-la-redistribuzione-dei-profughi-da-italia-e-grecia-3ozc2wv5neVsuFu6E6cucN/pagina.html). Il piano tarda ad essere applicato ed è comunque temporaneo. E’ stato almeno ribadito l’obbligo di rispettare le regole e la legittimità delle istituzioni comunitarie a stabilirle. Urge, però, in primo luogo, una riforma della Convenzione di Dublino (su questo tema si veda Filippo Scuto, Le difficoltà dell’Europa di fronte alla sfida dell’immigrazione: superare il “sistema Dublino”, Centro Studi sul federalismo, Research Paper, febbraio 2017, http://www.csfederalismo.it/images/Research_paper/CSF-RP_FScuto_Immigrazione_UE_Sistema_Dublino_Febbraio2017.pdf) e del sistema di Schengen e una maggiore cooperazione solidarietà tra i paesi membri. Ma, in prospettiva, sembra chiaro che l’UE (o un nucleo di paesi utilizzando la cooperazione rafforzata) debba dotarsi di una politica estera e di sicurezza unica. Per riassumere lo stato dell’arte la Commissione europea ha presentato il 6 settembre una serie di rapporti che riepilogano le attività svolte e in itinere (comunicato stampa con schede, rapporti e documentazione allegata: Agenda europea sulla migrazione: occorre rafforzare i buoni progressi già compiuti nella gestione dei flussi migratori, Bruxelles, 6 settembre 2017, http://europa.eu/rapid/press-release_IP-17-3081_it.htm). Si segnalano anche i seguenti documenti e studi: Servizio europeo di azione esterna, Partnership Framework on Migration, https://eeas.europa.eu/sites/eeas/files/factsheet_partnership_framework_on_migration.pdf; Andrea Lebovich, Bringing the Desert Together: How to advance Sahel-Maghreb integration, European Council on Foreign Relations, 18 July 2017, http://www.ecfr.eu/publications/summary/bringing_the_desert_together_how_to_advance_sahelo_maghreb_integration_7215. E’ possibile anche seguire gli aggiornamenti su questi temi consultando l’aggregatore di informazioni web EUagenda (https://euagenda.eu/dossiers/migration). Tra i commenti critici a favore di una strategia di ampio respiro che non può basarsi soltanto su accordi di cooperazioni con i paesi mediterranei (ed erogazione di finanziamenti) senza garanzie per il rispetto dei diritti umani si vedano: Franco Venturini, La svolta Ue sugli sbarchi e gli ostacoli che rimangono, "Corriere della sera", 29 agosto 2017, http://www.corriere.it/opinioni/17_agosto_29/svolta-ue-sbarchie-ostacoli-che-rimangono-270cf9f8-8c23-11e7-b9bf-f9bee7e83ed2.shtml; Sophie in 't Veld, Trying to block migrants won’t work. Europe needs a realistic plan, "The Guardian", 30 August 2017, https://www.theguardian.com/commentisfree/2017/aug/30/block-migrants-wont-work-europe-realistic-plan-africa-dubious-deals. Come sottolineato dal Modern Slavery Index 2017 (https://maplecroft.com/portfolio/new-analysis/2017/08/10/20-eu-countries-see-rise-modern-slavery-risks-study/) la crisi migratoria ha fatto crescere in almeno tre quarti dei paesi dell’UE anche il rischio di schiavitù.

Per come si sta sviluppando la risposta a livello globale una sintetica panoramica si trova in Andrea Cofelice, Eppur si muove…: la governance globale delle migrazioni, Centro Studi sul Federalismo, 26 luglio 2017, http://www.csfederalismo.it/it/pubblicazioni/commenti/1285-eppur-si-muove-la-governance-globale-delle-migrazioni.

Il bisogno di ripopolare aree abbandonate rigenerando attività socio-economiche e ambientali è avvertito in molte aree in Italia e altrove: di recente un appello è giunto dall’isola Ventotene (Clemente Pistilli, L'appello di Ventotene: "Qui pochi studenti, dateci subito i migranti", "La Repubblica", 4 settembre 2017 - http://www.repubblica.it/cronaca/2017/09/04/news/l_appello_di_ventotene_qui_pochi_studenti_dateci_subito_i_migranti_-174587873/?ref=nl-Ultimo-minuto-ore-13_04-09-2017) ma, anche molte altre zone (ad esempio quelle abbandonate) potrebbero essere interessate ad un insediamento adeguata con una redistribuzione attenta accompagnata da progetti e investimenti con ricadute per la popolazione e il territorio.

Per brevi storie e testimonianze di migranti nel mondo al fine di far conoscere problemi ed esempi e sostenere integrazione e inclusione nei vari paesi il sito multilingue (in inglese, francese, italiano, spagnolo e tedesco) la piattaforma web “I am a migrant” (http://iamamigrant.org/) della Divisione media e comunicazione dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM, http://www.italy.iom.int/) raccoglie l’esperienza raccontata direttamente dai protagonisti. Per riflessioni e discussioni si segnalano: sull’impatto del multiculturalismo, l’intervento di Pamela Irving Jackson e Peter Doerschler con Multiculturalism is unpopular with the majority – even though it makes for happier societies sul blog della London School of Economics (LSE) (http://blogs.lse.ac.uk/politicsandpolicy/multiculturalism-is-unpopular-with-the-majority-even-though-it-makes-for-happier-societies/); sulla proposta di aprire tutti i confini del mondo un editoriale apparso su “The Economist” il 20 luglio 2017 (traduzione italiana su “Internazionale” https://www.internazionale.it/opinione//2017/07/20/aprire-frontiere-mondo).

Sulla situazione globale e sul legame tra povertà e migrazioni è illuminante l’articolo dello storico indiano Vijay Prashad, “I poveri scontano che colpe che non hanno” tradotto da “Internazionale” (https://www.internazionale.it/opinione/vijay-prashad/2017/08/25/poveri-colpe).

Al 74° Festival del Cinema di Venezia 2017 l’artista dissidente cinese Ai Weiwei, anch’egli migrante ha presentato il documentario “Human Flow” sulle migrazioni osservate nei vari contesti nel mondo (videointervista tradotta in italiano Mostra del Cinema di Venezia 2017. Ai Weiwei: tra i profughi ho rivissuto la mia infanzia.

L’artista dissidente cinese in concorso a Venezia con «Human Flow»: «L’insicurezza crea conflitti, la paura genera miopia», http://www.corriere.it/video-articoli/2017/09/01/ai-weiwei-politici-non-possono-ignorare-problema-rifugiati/87348592-8f27-11e7-b732-dcafc24bf9d5.shtml; Stefano Vastano, Ai Weiwei e i migranti: “Dobbiamo capire che l’umanità è una sola”, “L’Espresso”, 25 agosto 2017, http://espresso.repubblica.it/visioni/cultura/2017/08/25/news/intervista-integrale-ad-ai-weiwei-1.308096; Teresa Marchesi, "Human flow", il docu-film sui migranti che mostra il fallimento della nostra civiltà, HuffingtonPost.it, 1° settembre 2017, http://www.huffingtonpost.it/teresa-marchesi/human-flow-il-docu-film-sui-migranti-che-mostra-il-fallimento-della-nostra-civilta_a_23193296/).

 

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PER UN MOMENTO COSTITUENTE EUROPEO

 

Appello al Consiglio europeo affinché convochi una Convenzione per riformare l'UE

 

Tutte le cittadine ed i cittadini europei sono invitati a firmare questo appello che in pochi giorni di circolazione riservata ha raccolto l'adesione di oltre 150 personalità provenienti dal mondo accademico, dalla società civile, di diverse prospettive politiche e da molti Paesi dell'UE ed oltre, alcuni dei quali con esperienze istituzionali. 

 

Leggi e sottoscrivi l'appello